Museo Galileo: 1930-2010 : L'Esposizione Nazionale di Storia della Scienza del 1929

L'Esposizione Nazionale di Storia della Scienza del 1929

Su iniziativa di Antonio Garbasso, di Piero Ginori Conti e dello stesso Corsini, l’8 maggio del 1929 si inaugurava a Firenze, presso il Palazzo delle Esposizioni progettato da Enrico Dante Fantappiè e Vittorio Tognetti nel 1915 e realizzato nel 1922 all’interno del Parterre, l’Esposizione nazionale di Storia della Scienza, un evento di eccezionale portata durante il quale furono esposti 10.000 tra strumenti, macchine, libri, manoscritti, sculture, pitture ed altri documenti relativi alla storia della scienza e della tecnica italiana. Nonostante il deliberato disegno nazionalista di rivendicare all’Italia il primato scientifico, l’esposizione fiorentina fu la prima interamente dedicata alla storia della scienza. Il percorso espositivo, diviso per aree geografiche, rivelò per la prima volta l’ampiezza e la ricchezza del patrimonio storico-scientifico italiano e il successo di pubblico, attestato dal superamento in pochi mesi dei 100.000 visitatori, sottolineava l’importanza culturale della scienza. Nella sezione fiorentina, una tra le più ricche della mostra, oltre agli strumenti dell’Istituto, vennero esposti gli strumenti matematici della collezione medicea, i cimeli galileiani e gli apparati dell’Accademia del Cimento, provenienti dalla collezione storica della Tribuna di Galileo. Ad illustrare buona parte di questa collezione contribuì il notevole studio di Giuseppe Boffito Gli strumenti della scienza e la scienza degli strumenti, commissionato da Ginori Conti a cui il volume fu dedicato.

L’ambizioso progetto di un catalogo, affidato all’assistente di Corsini Umberto Repetti, che comprendesse non solo la descrizione degli oggetti esposti in mostra, ma anche una prima ricognizione del patrimonio storico-scientifico nazionale e un dizionario biografico degli scienziati italiani non venne mai a portato termine. Repetti pubblicò solo una breve guida dell’esposizione.

Sull’onda del successo della mostra e forte della solida reputazione acquisita nei primi anni di attività dall’Istituto, Corsini riuscì ad ottenere in deposito o in dono una buona parte degli oggetti fiorentini esposti in mostra e, in alcuni casi, anche svariati strumenti, modelli e macchine provenienti da altre città italiane. L’improvviso espandersi della collezione dell’Istituto rendeva urgente il ripensamento della sua organizzazione e l’individuazione di una nuova sede.