Museo Galileo: 1930-2010 : Il Museo ideale: i progetti non realizzati

Il Museo ideale: i progetti non realizzati

Figlia dei primi congressi degli scienziati italiani, la Tribuna di Galileo veniva inaugurata a Palazzo Torrigiani il 15 settembre 1841. In un magnifico scenario architettonico voluto da Vincenzo Antinori e progettato dall’architetto fiorentino Giuseppe Martelli, vi trovavano posto i cimeli galileiani, gli strumenti dell’Accademia del Cimento e alcuni strumenti settecenteschi. Dopo i primi fasti di questo suggestivo santuario della scienza galileiana, che nell’intendimento originario avrebbe dovuto raccogliere intorno a sé l’élite della scienza italiana, il progressivo dislocamento nel centro cittadino, verso la fine del diciannovesimo secolo, dei dipartimenti scientifici dell’Istituto di Studi Superiori e l’inaugurazione del nuovo osservatorio di Arcetri, segnarono il rapido declino della Tribuna.

Il fisico Antonio Garbasso che fu per lungo tempo responsabile della Tribuna, nel 1922 suggeriva il trasferimento delle collezioni storiche nella villa di Galileo il Gioiello, a pochi passi dal nuovo laboratorio di fisica di Arcetri. Il progetto non andò a buon fine e Garbasso riuscì però a trasferire solo la biblioteca storica.

Poco tempo dopo, una proposta di Carlo Del Lungo, fisico e storico della scienza di recuperare le collezioni della Tribuna per farne un “Museo storico delle scienze fisiche, naturali e mediche” autonomo rispetto all’università, trovò l’aperto dissenso di Garbasso e, dopo il promettente successo dell’Esposizione del 1929, anche di Corsini.

L’individuazione in Palazzo Castellani della nuova sede per le collezioni scientifiche fiorentine sembrò a tutti la più adatta anche se ci vollero alcuni anni prima che tutti gli strumenti collocati nella Tribuna vi venissero trasferiti.

Le difficoltà, dopo l’inaugurazione del Museo a Palazzo Castellani, ad acquisire gli spazi promessi diede vita negli anni ’50 a un progetto, rimasto sulla carta, per una nuova sede del Museo nei pressi di Arcetri e della residenza di Galileo.

Con la sapiente valorizzazione del patrimonio storico-scientifico ad opera della Bonelli, nei primi anni ’70 si pensò ad una ambiziosa e affascinante soluzione architettonica che permettesse di collegare il percorso espositivo della Galleria degli Uffizi con quello del Museo di storia della scienza, mettendo così in relazione due collezioni intimamente legate da una storia comune.