Museo Galileo: 1930-2010 : La storia della scienza al Museo: 1967-1981

La storia della scienza al Museo: 1967-1981

Nel 1967 le cantine vennero liberate e gli strumenti che prima vi erano collocati: una volta restaurati, vennero portati al piano terreno insieme alla biblioteca moderna. Anche se il nuovo allestimento doveva fare i conti con una contrazione degli spazi, il meticoloso lavoro di restauro degli strumenti danneggiati e la movimentazione dell’intera collezione spinse la Righini Bonelli a lavorare a un nuovo catalogo. Il risultato di questo lavoro, intitolato Il Museo di Storia della Scienza, veniva pubblicato nel 1968 sotto gli auspici della Cassa di Risparmio di Firenze. I 14 anni che dividevano questa pubblicazione dal catalogo del 1954 rivelavano a pieno i progressi acquisiti nella conoscenza storica degli strumenti scientifici posseduti dal Museo.

Nel 1975, a seguito del trasferimento dell’Accademia della Crusca presso la nuova sede della Villa Medicea di Castello, il secondo piano di Palazzo Castellani venne finalmente concesso al Museo. In questi nuovi spazi, restaurati e rimodernati, trovarono posto, oltre alla biblioteca antica, le sezioni che a partire dal dopoguerra erano disposte a piano terra e nel seminterrato. Nelle prime tre sale, dedicate alla biblioteca, vennero collocati i libri della collezione Mediceo-Lorenese e nella quarta sala alcuni testi, accostati agli strumenti ivi descritti, rivelavano particolari tecnici altrimenti incomprensibili. Sulla base di questo modello, la Bonelli corredò le restanti sale di grandi riproduzioni tratte dalle tavole dei testi relativi alle macchine e agli strumenti esposti. La quinta e la sesta sala erano dedicate alla lente di ustoria di Bregans e alle macchine pneumatiche. In un grande salone, ricavato dall’abbattimento di tre locali, trovarono sistemazione le macchine elettrostatiche, la cui collezione si era nel frattempo arricchita di donazioni provenienti da Istituti piemontesi. A questa sala seguivano tre sale dedicate alla medicina e alla chirurgia.

L’ampliamento dei locali rese possibile allestire al terzo piano una sala cinematografica per la proiezione di film scientifici e un planetario.

Dopo l’alluvione molti studiosi stranieri, invitati dalla Righini Bonelli, furono ospitati presso il Museo in qualità di Visiting professors per studiare le collezioni e la loro storia. Peter Knoefel (Felice Fontana), Tom Settle (Galileo), Silvio Bedini (Campani) e Albert van Helden (Cimento e Divini) furono tra i primi a frequentare assiduamente l’Istituto. Sull’onda di queste prestigiose collaborazioni, la Righini Bonelli dava vita nel 1976 alla rivista internazionale Annali dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza, dove, favorendo l’interesse per temi ancora poco noti, avrebbero trovato ampio spazio numerosi articoli dedicati agli strumenti scientifici e ai rapporti tra scienza e arti visive.

Nel 1979 l’originalità, lo spirito innovatore e il valore scientifico delle multiformi attività di Maria Luisa Righini Bonelli vennero riconosciuti dalla History of Science Society con il conferimento della prestigiosa Sarton Medal.