Museo Galileo: 1930-2010 : Visitatori illustri: 1931-1953

Visitatori illustri: 1931-1953

Aperto al pubblico il 25 aprile 1931, il Museo Nazionale di Storia delle Scienze si distinse fin dall’inizio come un’istituzione destinata ad attrarre l’attenzione di una nuova classe di visitatori, fortemente motivata dall’interesse e la curiosità per un patrimonio senza eguali. Mettendo in relazione i rapporti tra scienza e arte, il cuore del percorso espositivo del Museo proponeva un nuovo tipo di collezione. Diversamente dai musei della scienza e della tecnica che erano sorti in quegli stessi anni in tutta Europa e che enfatizzavano la valenza culturale della scienza contemporanea, la collezione del Museo fiorentino individuava nella contestualizzazione storica dei suoi oggetti la propria vocazione principale, proponendo ai visitatori un percorso più vicino a quello della Galleria degli Uffizi che a quello del Deutsches Museum di Monaco.

Anche se nei primi decenni il pubblico non fu mai numeroso, la dimensione internazionale della storia della scienza e la straordinaria rarità delle collezioni del Museo attrassero immediatamente l’attenzione di numerose personalità, tra cui si distinguono i nomi di Niels Bohr (1933), Jean Pelseneer (1933), Max Neuburger (1933), Sebastiano Timpanaro senior (1933), Leonardo Olschki (1936), Rita Brunetti (1936), Bern Dibner (1937), Simone Weil (1938), Hans Reichenbach (1939), Wolfgang Pauli (1945), Max Born (1945), Gerald Holton (1951), Andrei Gromyko (1951), Ugo Amaldi Jr. (1952), Alexandre Koyré (1953), Lorenzo Milani (1953).

A partire dal dopoguerra e soprattutto dopo il completamento del nuovo allestimento terminato nei primi anni ’50 il numero dei visitatori, sempre contrassegnato dalla particolare attenzione di quelli stranieri, aumentò decisamente, trasformando il Museo da nicchia esclusiva a istituzione d’avanguardia nella divulgazione della cultura scientifica e nella tutela del patrimonio. I registri delle presenze si interrompono nel 1953 per riprendere solo nel 1969, quando il turismo di massa era diventato una realtà anche per il Museo di Storia della Scienza.