Il leggendario cavallo di Leonardo

Il leggendario cavallo di Leonardo progettato per il Monumento equestre per Francesco Sforza (oltre 7 metri di altezza per un peso stimato di 70 tonnellate di bronzo) non era semplicemente il sogno ambizioso di un artista geniale, ma aveva tutti i requisiti tecnici per essere prodotto in un’unica colata.
Lo dimostrano i risultati di una complessa indagine interdisciplinare promossa dal Museo Galileo. La ricerca è stata condotta applicando alla vasta documentazione leonardesca pervenutaci le più sofisticate tecniche di simulazione oggi utilizzate dall’industria per le grandi fusioni.
Il progetto, come noto, fu voluto da Ludovico il Moro, signore di Milano, per onorare la figura del padre Francesco Sforza. Leonardo vi si applicò da par suo tra il 1482 e il 1499, durante il primo soggiorno milanese. Studiò con minuzia l’anatomia del cavallo e mise a punto gli infiniti dettagli pratici dell’operazione: un metodo di fusione indiretto (prima testimonianza della sua reintroduzione in epoca rinascimentale), le macchine per movimentare e assemblare la pesantissima forma; il modo di produrre con rapidità enormi quantità di bronzo e di distribuirlo omogeneamente nell’intercapedine tra forma e controforma. Tutto fu però vanificato dalle armate francesi che nel 1499 conquistarono Milano, cacciarono Ludovico e distrussero, tra le altre cose, il modello in creta del cavallo.
La verifica della concreta fattibilità di quanto Leonardo registrò nei suoi manoscritti (Codice di Madrid II, Windsor Collection, Codice Atlantico, ecc.) e di quanto attestato da altre fonti è stata resa possibile grazie alla XC Engineering di Cantù, azienda specializzata nelle simulazioni virtuali delle grandi fusioni, che per la prima volta ha applicato a un progetto storico-scientifico l’avanzatissimo software FLOW 3D.
Le complicate e lunghe operazioni di calcolo hanno così generato uno straordinario archivio di immagini tridimensionali, che documentano in modo estremamente realistico, passo per passo, le dinamiche dei due processi di fusione. Apprendiamo così, ad esempio, che la fusione orizzontale (metodo ‘a pioggia’) avrebbe riempito l’intercapedine in appena 123 secondi mentre quella verticale ribaltata (metodo misto ‘a sorgente’ e a pioggia) ne avrebbe richiesti 165. Si tratta peraltro di uno studio di enorme importanza per la comprensione di aspetti fondamentali dell’attività di Leonardo e, più in generale, dell’integrazione tra arte, scienza e tecniche nel Rinascimento.

Alla ricerca hanno contribuito Opera Laboratori Fiorentini, Andrea Bernardoni (Museo Galileo) Stefano Mascetti, Matteo Corrado e Alessandro Incognito (XC Engeneering, Cantù), Andrea Borsi (Arketipo, S. Giovanni Valdarno), Riccardo Braga e Fabio Corica (Laboratorio Multimediale del Museo Galileo).

 

Dati tecnici simulazione

Durata del progetto di ricerca: 15 mesi

Software utilizzato: FLOW-3D® della FlowScience Inc. (simulatore di dinamica dei fluidi, applicato in fonderia, idraulica ambientale, idraulica, micro-fluidica)

Durata della simulazione: 34 giorni

Parti cavallo Volume (m3) Peso (kg)
base 4,9681 43.620
gamba piena anteriore 0,4072 3.575
gamba piena posteriore 0,4713 4.138
resto del cavallo 2,6648 23.397
totale 8,50 74.650